Un vortice polare troposferico molto freddo e compatto, caratterizzato da una profonda circolazione depressionaria riempita di aria molto gelida d’estrazione artica in costante invorticamento sopra il mar Glaciale Artico, può favorire lo sviluppo di violente tempeste lungo le latitudini artiche. Proprio in queste ore una violenta tempesta di neve e vento sta sferzando le isole Svalbard, interessate da ore da forti venti tempestosi, prevalentemente da E-SE, Est e E-NE, che si accompagnano a nevicate di debole e moderata intensità, rese praticamente orizzontali e polverizzate dalle turbolenti raffiche di vento. Nelle ultime ore in diverse stazioni dell’arcipelago Artico norvegese, durante la fase clou di queste tempeste, sono state registrate raffiche che hanno abbondantemente superato la soglia dei 100 km/h. Specialmente sulle isole più settentrionali e orientali, particolarmente esposte ai venti tempestosi da Est e E-SE in arrivo dal mare di Barents. A Kvitoya, fino ad ora, le raffiche più intense da E-NE hanno sfondato i 100 km/h, accompagnandosi pure ad un repentino calo della pressione barometrica, scesa sotto i 996 hpa, e ad un significativo rialzo della temperatura, da una minima giornaliera di -13,2°C ad una massima di soli -4,5°C, proprio durante l’irrompere delle tempeste di vento dai quadranti orientali. La stazione meteorologica di Phippsoya ha registrato raffiche ad oltre 104 km/h da E-SE, con una pressione barometrica precipitata sotto i 993 hpa e una temperatura salita a -2,9°C.
I forti venti di tempesta, con raffiche che superano anche i 100 km/h, inoltre spazzando il suolo innevato stanno alzando un intenso “scaccianeve basso”, ossia i turbini di neve sollevati dalle forti folate di vento, che sta producendo una drastica riduzione della visibilità orizzontale, scesa a poche decine di metri nelle fasi più intense. In diversi villaggi le forti raffiche di vento hanno modellato il manto nevoso, creando considerevoli accumuli eolici, anche superiori al metro di altezza, in qualche caso anche fino ai due metri, con veri e propri muri di neve che stanno seppellendo le abitazioni, rendendo impossibile qualsiasi spostamento se non con le motoslitte. A ridosso dei rilievi che caratterizzano le isole non sono mancate neppure le valanghe, innescate proprio dai fortissimi venti, che hanno danneggiato diverse abitazioni.
Per quel che riguarda la situazione sinottica questa tempesta artica che sta duramente interessando le Svalbard, e in modo particolare le isole più settentrionali e orientali di questo meraviglioso arcipelago Artico norvegese, è associata allo sviluppo di una profondissima depressione extratropicale, alimentata da un blocco di aria molto gelida di origine artica, praticamente proveniente dalla Calotta dell’Artico norvegese, che dall’alto mar di Norvegia si è spostata fino al tratto di mare poco a sud di queste isole. Questo profondo ciclone extratropicale a carattere freddo, facente capo al “lobo siberiano”che dall’Artico norvegese si allunga fino alle coste della Siberia centro-orientale (“dipolo artico negativo”), caratterizzato da un minimo barico sceso sotto i 962 hpa, dopo essersi posizionato con il proprio centro di massa nel tratto di mare a sud delle Svalbard è stato supportato in quota da una intensa “anomalia positiva della tropopausa” che dall’alto mar di Norvegia è traslata fino al mare di Barents, ben evidenziata dal profondissimo minimo di geopotenziale sull’Artico norvegese.
La profonda depressione, legata al vortice polare, risentendo più ad est dell’afflusso di aria un po’ più mite che dalla penisola di Kola e dalle coste del Finmarks norvegese risaliva verso il mare di Barents, mentre più ad ovest avanzava un nucleo di aria più gelida, con isoterme di -16°C alla quota di 850 hpa, si è notevolmente ad approfondita, evolvendo in un profondissimo ciclone extratropicale a carattere freddo piuttosto profondo, con un minimo barico che scivolerà sotto i 962 hpa al suolo. Nei bassi strati, al confine fra le due differenti avvezioni (quella fredda e quella calda), si è generato un sistema frontale capace di dare origine a precipitazioni di tipo nevoso su una larga fetta dell’Artico norvegese. Essendo caratterizzato da un intenso “gradiente barico orizzontale”, il profondo ciclone extratropicale, interamente riempito di aria gelida di origine artica, ha favorito l’attivazione di forti venti a rotazione ciclonica, accompagnati da nevicate diffuse che hanno interessato principalmente le Svalbard, le quali trovandosi lungo il bordo più settentrionale della circolazione ciclonica hanno fatto i conti con gli impetuosi quanto gelidi venti orientali, resi ancora più intensi dalla considerevole compressione del “gradiente barico orizzontale”, nella fase di approfondimento del ciclone.
Le tempeste più violente si sono localizzate nel settore più occidentale del mare di Barents, con fortissimi venti, prevalentemente da E-SE e SE, che hanno raggiunto i 110-120 km/h, localmente anche picchi di oltre 130 km/h, in mare aperto, sul bordo settentrionale del ciclone extratropicale. Fra domani e lunedì il ciclone artico, stimato con un minimo al suolo sui 970 hpa, spostandosi molto lentamente verso il mare di Barents potrà apportare venti anche a carattere di burrasca forte, tra il settore settentrionale del mare di Barents e le Svalbard, dove continueranno a soffiare venti forti dai quadranti orientali che potranno raggiungere punte di 90-100 km/h nelle raffiche più forti.