El Niño viene innescato quando gli Alisei nel Pacifico si indeboliscono o addirittura invertono la direzione, e ciò comporta un riscaldamento della superficie dell’Oceano Pacifico centrale e orientale
Il fenomeno El Niño che si sta sviluppando nell’Oceano Pacifico non mostra segni di indebolimento, come dimostrano le ultime immagini satellitari della the U.S./European Ocean Surface Topography Mission (OSTM)/Jason-2 mission.
Nelle ultime immagini di Jason-2 (in alto) è possibile individuare una stretta somiglianza con il fenomeno del dicembre 1997. Le analogie sono rilevanti soprattutto lungo la linea equatoriale, nel Pacifico centrale e orientale: viene illustrata la presenza di uno spesso strato di acqua caratterizzata da un’altra temperatura, un indicatore della forza di El Niño.
el ninoIl fenomeno viene innescato quando gli Alisei nel Pacifico si indeboliscono o addirittura invertono la direzione, e ciò comporta un riscaldamento della superficie dell’Oceano Pacifico centrale e orientale. Nubi e tempeste seguono l’acqua calda, che spinge calore e umidità nell’atmosfera sovrastante: queste variazioni alterano il jet stream e influiscono sulla traiettoria delle tempeste in tutto il pianeta.
La redistribuzione del calore sta già provocando numerosi effetti: piogge torrenziali nel sudest asiatico; siccità in Indonesia (con conseguente emergenza incendi); ondate di calore e ritardo nell’arrivo dei monsoni in India; siccità in Sudafrica; alluvioni in Sud America; stagione degli uragani da record nel Pacifico tropicale orientale. Negli Stati Uniti invece, l’impatto di El Niño dovrebbe essere più intenso nel 2016, secondo le previsioni del NOAA, con piogge e freddo nel sud e caldo e siccità nel nord.